A C U S T I C O, su con la merda!

Hör´ auf mit der Scheiße!________________________________________SECONDA EDIZIONE

sabato, febbraio 14, 2004

Che poi non si dica che gli interisti non sono sportivi

Io, noto interista, riporto questo articolo

Più scuse per tutti
L'ex presidente dell'Internazionale Football Club Massimo Moratti (oggi che cosa è, il nostro Max? Un dipendente di Facchetti? Un semplice tifoso e abbonato che paga i conti della squadra per alleggerisi la saccoccia dagli spiccioli? Uno che non avendo niente da fare nella vita va molto spesso allo stadio?) interpreta il sentimento di milioni di tifosi interisti esasperati inveendo contro l'arbitro della Coppetta dei Telefonini che lui accusa di avere favorito la Juve. E Vieri, soprendentemente, si dichiara d'accordo con l'ex presidente Moratti che a sua volta, sbalorditivamente, è d'accordo con il Presidente dell'Inter, suo stipendiato e suo superiore, Giacinto Facchetti.

Con ogni garbo e con ogni delicatezza, perché infierire sull'Inter oggi è davvero da carogne visto che provvede alla bisogna la stessa Inter con tanta efficacia, vorremo far notare che questi sfoghi e questi sbotti puntuali e ricorrenti sono esattamente la ragione per la quale la squadra neroazzurra non ha vinto un piffero in quasi dieci anni di gestione MM e sembra felicemente avviata a non vincere niente nonostante l'assunzione in massa di quasi tutta la popolazione adulta del continente sudamericano.

La ragione non sono gli arbitri, che non sconfissero l'Inter a Roma quando aveva già imbastito sulla pettorina lo scudetto. La ragione è la patologica e costante ricerca di scuse e alibi che ammorbano l'aria del club di via Durini e intossicano anno dopo anno, fenomeni, buoni giocatori, allenatori, preparatori atletici, lavandaie, cuochi, musicanti e chiunque, si chiami Ronaldo o Materazzi, tocchi quella terza rotaia elettrificata del calcio italiano che è l'Inter di Moratti.

Il morbo che paralizza la squadra e trasforma in schiappe da oratorio diecine tra i migliori giocatori di calcio del mondo e in idioti completi gli allenatori più ambiti, è la "scusite" cronica che scende dal vertice e impregna tutto l'ambiente. Non è mai colpa dei giocatori, poveri cocchi, è sempre colpa di qualcun altro. I furbacchioni in mutande che passano da Milano, succhiano la generosa tetta del sempre più disfatto Mad Max e poi vanno a ingrassare in altri lidi, sapendo che, comunque vadano le cose, possono sempre correre a rifugiarsi sotto le sottane del presidente.

Anziché inseguire con la mazza da baseball quel criminale di Cordoba, che lascia la squadra in dieci segando le gambe a Nedved come uno scarpone da torneo dei bar, anziché spiegare a Vieri che un calcio di rigore così svogliato non si tira neppure in parrocchia e fare di Chimenti un grande portiere è un'impresa riuscita a pochi attaccanti al mondo, ecco l'infame arbitraggio, i troppi fuorigioco fischiati agli avanti, il ce l'hanno con noi, il poco rispetto per l'Inter, tutte storie che i martiri del tifo neroazzurro hanno sentito centinaia di volte.

Moratti non è naturalmente il solo a soffrire di "scusite" cronica. Lui soffre in maniera soltanto più acuta della malattia endemica che affligge il calcio e la cultura italiani, sempre perseguitati dal "ritardo di preparazione", dall'"arbitraggio del signor Moreno", dal "fondo reso viscido", dalle "fatiche di coppa", dagli "infortuni", dalla "lunghezza del campionato", dal "grande vecchio", dal "gomblotto", dal "Nord che perseguita il Sud", dove la sola certezza è non dire mai che abbiamo perso perché gli altri hanno giocato meglio, la nostra difesa è composta da sonnambuli e quel coglione là davanti ha buttato fuori un gol già fatto, perché i "ragazzi" vanno sempre protetti e difesi, altrimenti gli cala il morale, poverini.

Passi per la politica e per il governo, dove la colpa è naturalmente sempre degli altri anche se non governano, ma se un padrone non si assume la responsabilità delle sconfitte, come si può pretendere che quei bambocci dei giocatori si assumano le loro?

Se ogni stagione catastrofica si conclude o si interrompe con la trombatura di un allenatore, con l'arrivo di un altro, sul quale i ras dello spogliatoio scaricheranno le sconfitte, e con un plotone di nuovi acquisti in campo, chi dovrà fare la squadra, nel senso non della formazione che anche un bambino potrebbe fare, ma della squadra come organismo collettivo? Che cosa imparerà mai a scuola, l'asino che i genitori difendono a ogni bocciatura, perché è colpa dei professori, dei bidelli, del preside, del cattivo tempo?

"La grinta" della quale parla il malcapitato Zaccheroni dallo sguardo già perfettamente smarrito che tutti i "mister" assumono dopo un mese o due seduti sulla terza rotaia, non è un liquido che si compera al supermercato. E' la coscienza di essere con le spalle al muro, di essere l'ultima trincea tra il nemico e la propria casa, di essere un organismo che ha 22 gambe, ma una missione sola e dunque un corpo solo.
Ma che ha bisogno di una testa, che l'Inter non ha (tra parentesi: il rigore su Emre c'era, e allora?).


P.S.: Se era rigore quello su Emre allora erano rigori quello di Helveg su Di Vaio e quello di Helveg su Zambrotta.

venerdì, febbraio 13, 2004

Rimaniamo lucidi
Dal Corriere di oggi, dichiarazione del Presidente:
"L’Inter che ha giocato una grande partita bisogna che i designatori facciano un esame di coscienza perché così non è possibile andare avanti."
(da segnalare anche la censura della Gazzetta, che non commenta nella homepage le gesta dell´arbitro-pellegrino. Vergogna!)

giovedì, febbraio 12, 2004

Luttazzi
"Bella serata venerdi scorso al Fuori Orario. di Taneto di Gattatico nel reggiano..."

martedì, febbraio 10, 2004

Totti
"Non se ne abbiano a male i nostri amici Juventini ma anche questa volta Er Pupone. si è dimostrato mooolto simpatico"
 
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